… il capitalismo è senza limiti
Ci sono alcune verità evidenti che è difficile negare, ma che nessuno ha più il coraggio di dire. E’ comprensibile: viviamo un momento storico in cui contrapporsi al pensiero unico ha dei costi. Se ti permetti di dire, ad esempio, che i partiti comunisti avevano anche la funzione di limitare le ingiustizie del capitalismo, vieni subito considerato un nostalgico sovietico o un fan della Corea del Nord con la foto di Kim-Jong-Un nel taschino.
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Per fortuna che c’è Alessandro Barbero che non si fa di questi problemi e certe cose le dice senza giri di parole. Con autorevolezza, ma in maniera pacata, semplice e armato solo dell’immancabile sorriso, spiega che il capitalismo “buono”, come il vitello dell’immagine qua sopra, non era buono di per sè. Doveva esserlo per sopravvivere. E adesso che non c’è più niente, a tenerlo buono, a partire dalla paura del comunismo, mostra un altro aspetto…
Un paio di questioni di peso
Dopo aver ascoltato il breve video di Barbero restano due problemi enormi irrisolti.
- Il primo riguarda tutti, comunque la si pensi. Se non ci sono più lo spettro e la minaccia comunista a contenere lo spirito spietato del capitalismo e la sua indole guerrafondaia (sono l’unico a sentire boati di guerra in arrivo?), cos’altro può limitare un sistema che produce disuguaglianze e ingiustizie?
- Per gli orfani delle vecchie certezze socialiste/comuniste, sconfitte tutte dalla storia, per chi sente il bisogno di lottare contro le ingiustizie, per chi sogna e crede nella possibilità di un mondo migliore, quali prospettive restano, scartando l’idea di restare passivi ad assistere alla deriva attuale senza fare nulla?
Finché c’è stato il comunismo, finché c’è stata nel mondo l’Unione sovietica, finché ci sono stati nei nostri paesi dei grandi partiti comunisti, il capitalismo si è molto tranquillizzato. Non ha più preteso di pagare salari da fame, ha detto “noi i salari li aumentiamo”.
Non ha più preteso che scioperare fosse vietato, come succedeva sotto il fascismo. No, ha detto: “lo sciopero è permesso. E i sindacati, certo, come no! Noi discutiamo, discutiamo, perché fra padroni e operai bisogna discutere e trovare un terreno comune e fare delle concessioni”.
E questo è durato fino a quando è durata l’esistenza del comunismo nel mondo. Fin quando c’è stato quel contrappeso che poi non c’è stato più.
Il capitalismo crea un presente amorale perché non ci sono più vincoli, non ci sono più limiti. Uno può diventare ricco come come Elon Musk. E mentre quelli che lavorano stanno sempre peggio, e non c’è apparentemente nessun motivo per cui i ricchi non dovrebbero diventare sempre più ricchi, nessuno glielo impedisce e non c’è nessun problema.
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