I paesi del mondo capitalistico giudicati in salute e non in declino sono pochi. A dirlo un’interessante analisi di Enzo Risso, apparsa a febbraio 2024 sul quotidiano Domani.
I dati di riferimento sono quelli di Ipsos, Global Advisor e si riferiscono a 28 Paesi. Vengono presi in considerazione due indicatori: quanto i cittadini sentono il proprio paese in declino e qual è il livello di “rottura della società” avvertito.
Risso riporta che al primo posto brilla per dinamismo Singapore, con solo il 30% degli abitanti che percepiscono la realtà in decadenza. Buone “sensazioni” anche in Polonia, 36%, Indonesia 42, Messico 45, Australia 48, Belgio 49.
Al lato opposto, in cima alla classifica della percezione del declino ci sono il Sudafrica 72%, l’Olanda 71 e la Svezia 71. Seguono la Francia 70, la Gran Bretagna 68, il Giappone 68, la Germania il 63, Spagna e Stati Uniti 59%.
E quanti sono gli italiani che sentono il proprio paese in decadenza? Il 61%. Guardando i numeri di Francia, Gran Bretagna e Germania, si sarebbe potuto aspettare di peggio. Ma il fatto che ben più della metà dei cittadini del Paese senta la propria nazione in declino è un dato molto preoccupante rispetto allo stato di salute delle nostre società.
Il quadro complessivo ha una media del 58% di cittadini che giudicano in declino le società.
L’evoluzione
L’indagine viene fatta da alcuni anni ed è quindi interessante vedere l’evoluzione.
Risso sottolinea il peggioramento della patria del welfare state, la Svezia, dove dal 2016 a oggi si è passati dal 53% al 71% di persone che vedono la propria società in declino.
Ma anche la Francia ha un trend assai preoccupante, passata dal 58% del 2021 al 70% di oggi e la Gran Bretagna dal 57% al 68% di oggi o la Germania passata dal 47% di 8 anni fa a 63% di oggi.
Le cose non vanno meglio ad altre latitudini se si pensa che i Giappone il livello di decadenza percepito è passato dal 40% del 2016 al 68% di oggi.
Per consolarci possiamo dire che Italia e Spagna hanno dinamiche sorprendentemente in controtendenza: da noi si è passati dal 73% al 61%, dai cugini iberici dal 69% al 59%.
Leggi anche: Se ti laurei, forse muori dopo https://www.noalternative.it/2024/06/04/se-ti-laurei-forse-muori-dopo/