II rapporto è citato da Francesca Coin nel libro le Grandi Dimissioni nella sua analisi sull’aumento del numero di abbandoni del lavoro negli Stati Uniti.
L’autrice spiega “Secondo l’Employee Burnout Report, ad esempio, il 67% dei lavoratori da remoto ha sofferto di burnout durante la pandemia. Il 53% ha lavorato più ore di quanto non facesse in ufficio e quasi un terzo ha dichiarato di lavorare “molto di più” rispetto a prima”.
È stato realizzato da Indeed, una delle più grandi piattaforme di ricerca di lavoro al mondo. Fondata nel 2004 negli Stati Uniti, fa parte del gruppo Recruit Holdings, una società giapponese specializzata in risorse umane e servizi per il lavoro.
Una sintesi con Chat GPT
Il rapporto di Indeed intitolato “Employee Burnout Report: COVID-19’s Impact and 3 Strategies to Curb It” evidenzia un aumento significativo del burnout tra i lavoratori durante la pandemia di COVID-19. Secondo il sondaggio condotto su 1.500 lavoratori statunitensi, il 52% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi esaurito, un incremento rispetto al 43% registrato prima della pandemia.
Il rapporto sottolinea che il burnout ha colpito tutte le fasce d’età, con un aumento particolarmente evidente tra i Baby Boomers, passato dal 24% al 31%. Inoltre, il 67% degli intervistati ritiene che il burnout sia peggiorato durante la pandemia. I lavoratori in modalità remota hanno riportato un peggioramento maggiore del burnout (38%) rispetto a quelli in presenza (28%).
Per affrontare questo problema, Indeed propone tre strategie principali:
Promuovere l’uso del tempo libero: Incoraggiare i dipendenti a prendersi pause e ferie per ricaricarsi.
Coltivare l’equilibrio tra lavoro e vita privata: Stabilire limiti chiari tra orario lavorativo e tempo personale per evitare sovraccarichi.
Rivalutare i benefici aziendali: Offrire supporto per la salute mentale e flessibilità lavorativa per rispondere alle esigenze dei dipendenti.
