Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo.
Colamedici Gancitano Ma chi me lo fa fare – HarperCollins Italy
Non hai tempo o voglia di leggere? Ascolta il testo!
Questo sito non esisterebbe senza questo libro, che ho scoperto per caso. Anzi, per essere preciso, che ho scoperto grazie a qualche algoritmo di Amazon che me lo ha proposto mentre acquistavo “Le grandi dimissioni” di Francesca Coin di cui avevo letto una recensione positiva.
Di fronte alla copertina arancione evidenziatore, il primo impulso è stato di passare oltre; di primo acchito avevo sospettato che avessi di fronte un manualetto di banalità e/o spiritualità new age. Tuttavia, colpito dal sottotitolo, l’ho acquistato insieme al volume della Coin. Poi l’ho divorato. Ennesima conferma che le prime impressioni e i preconcetti sono tra le peggiori calamità della mente umana.
Il volume è coinvolgente e documentato, ben organizzato, originale e ricco di esempi pratici e rimandi bibliografici per approfondimenti. Proprio durante la lettura mi è venuta l’idea che certi temi meritassero un loro “luogo” online dove mostrarsi e, perchè no, anche crescere e svilupparsi.
E ho iniziato a pensare ad uno “spazio” in cui raggruppare idee, pensieri, numeri e opinioni sui temi affrontati dai due autori. Semplificando al massimo, i temi connessi al cambiamento del concetto di lavoro e le modifiche intervenute negli ultimi 20 anni nel mondo del lavoro, la fine di ogni idea di prospettiva alternativa, di una realtà diversa e migliore dell’esistente , l’accettazione dell’attuale sistema capitalistico come unico modello possibile di società.
Per come la vedo io, trent’anni di neoliberismo come ideologia unica e dominante possono bastare. E’ ora di tornare a urlare con forza che l’attuale società è ingiusta e che un altro mondo deve essere possibile.
Non è quindi un caso che abbia pubblicato molti estratti dal libro.
Ma chi me lo fa fare? 1. Perchè bisogna lavorare?
Ma chi me lo fa fare? 2. Il lavoro non ci rende liberi
Ma chi me lo fa fare? 3. Bisogna mostrarsi sempre impegnati
Ma chi me lo fa fare? 4. All’assalto del sonno
Riporto dall’aletta della copertina del libro
Efficienti, dinamici, creativi. Ma anche: sovraccarichi, avviliti, depressi. Stanchissimi. Pieni di lavoro. Divisi fra call, impegni familiari e pubbliche relazioni, la luce blu degli smartphone che ci illumina il viso, la notte. Oppressi dal lavoro ma anche del lavoro innamorati, rapiti, vittime di una sindrome di Stoccolma aziendale. Perché oggi il lavoro è tutto e tutto è lavoro.
Eppure, mai come oggi, la sensazione è che questo lavoro non basti. Mai come oggi, in un mondo post-pandemico che continua a cantare le magnifiche sorti del neoliberismo, lavorare è sembrato altrettanto privo di senso. Una domanda spettrale, allora, ha cominciato ad aggirarsi fra noi: ma chi me lo fa fare? Chi me lo fa fare di continuare a credere che il lavoro dei sogni arriverà e non mi sembrerà nemmeno più di lavorare? Chi me lo fa fare di continuare a pensare che se mi impegno, prima o poi ce la farò? Chi me lo fa fare di ritenere che non esista un’alternativa?

Attraverso esplorazioni storiche e accurate ricognizioni del presente, Maura Gancitano e Andrea Colamedici ci spingono a riflettere sulle origini e gli sviluppi di un concetto, quello di lavoro, sfaccettato e controverso, mettendone in luce i legami con ciò che abbiamo di più sacro, come la religione o la moralità. Ma ci invitano anche a ribaltare la prospettiva sulle retoriche del privilegio o del merito. E soprattutto ci spingono a immaginare: una soluzione, un mondo in cui sia possibile cambiare. Ma chi me lo fa fare? diventa allora un atto d’amore verso la nostra finitezza e umanità, verso la nostra stanchezza e la nostra voglia di resistere. Una coraggiosa presa di coscienza per capire finalmente che il lavoro – per quello che oggi l’abbiamo fatto diventare – è una trappola, una a cui dobbiamo a tutti i costi sottrarci. Ma magari a passo di danza.