Pennel 69. Un’auto bio in terza persona

Pennel 69. Un’auto bio in terza persona

Viene al mondo nel secolo scorso, qualche settimana prima di un paio di eventi a cui non voleva rinunciare; quello che, secondo fonti certe, è stato il primo sbarco di un uomo sulla luna, e il festival rock per eccellenza, a Woodstock.

Cresce in una famiglia di professori, convinto che quello sia il mondo reale e esce dalla bolla solo dopo la laurea quando scopre la realtà del lavoro da dipendente nel settore privato.
Il risveglio dal precedente torpore avviene verso la fine del millennio, proprio quando la sinistra, inebriata dalle lusinghe del neo liberismo, decide di liberalizzare il mercato del lavoro introducendo fantasiose forme di collaborazione continuate. Ha così modo di provare sulla propria pelle i benefici delle novità, la sensazione di precarietà costante, l’insicurezza come forma di vita, la solitudine di tante individualità spesso impegnate in una lotta insensata fra loro.
Ottenuto un contratto a tempo indeterminato e divenuto giornalista professionista, lavora in aziende piccole e grandi, osservando con curiosità i diversi modelli di organizzazione, studiandone pregi e limiti.

Vive da sempre in un piccolo paese della Brianza dove il razzismo fatica ad attecchire a causa della bizzarra adorazione della popolazione del luogo per gli uomini di colore a cui vengono tributati onori per il loro contribuito alla squadra di basket locale che ha visto giorni migliori ma resta una delle più titolate d’Europa.

Passioni

Vorace lettore, legge due quotidiani ogni giorno fin da quando aveva i pantaloncini corti. Rughe, capelli bianchi e la deriva moderata di gran parte delle testate non gli hanno fatto perdere l’abitudine di leggere due giornali e di indossare pantaloni corti.

Infaticabile ascoltatore di musica, è con orgoglio nell’1% dei più assidui dipendenti mondiali di Spotify. Tuttavia molti trovano insopportabile il suo eccessivo eclettismo che lo porta ad ascoltare di tutto un po’, con la sola esclusione dei neomelodici napoletani e dei pseudocantanti utilizzatori compulsivi di autotune.

Ha sfatato con disinvoltura alcune previsioni azzardate di gioventù secondo cui non sarebbe arrivato ai 40 anni a causa di uno stile di vita discutibile. Vive in equilibrio tra attività sane e rarissime leggere alterazioni, orari regolari e eccezioni saltuarie.

Non sopporta: i semafori; i luoghi comuni; la sinteticità utilizzata per nascondere superficialità; quelli che hanno bisogno di leader idealizzati; chi pensa che sia il merito a decidere della vita delle persone.

Ama: leggere di tutto un po’; la musica dal vivo; le corsette con gli auricolari; mangiare senza aver cucinato; ballare; camminare all’aria aperta; il basket; fare la lucertola al sole; stare in silenzio a guardare le persone; le giornate senza impegni; la sua biondissima soulmate; i suoi due figli.

Perchè No Alternative?

Ha deciso di aprire questo spazio di divulgazione sui temi che considera oggi i più importanti, perché crede che tra la nuova leggerissima informazione social (mordi-fuggi-passasubitoadaltro), e il vecchio pesantissimo approfondimento dei testi cartacei (sviscera-ribadisci-dilungati finchènonresterànessunoaleggerti), sarebbe bello trovare una terza strada dove i temi importanti e seri siano affrontati senza superficialità e senza eccessiva pesantezza.

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